Spesso, e come è giusto che sia per via del tramandarsi di usi e consuetudini, affrontare quello che è un lutto è tutt’altro che semplice. È squallido a dirsi ma è un film visto e rivisto infinite volte: tutti vestiti di nero, pianti giustificati ininterrotti, silenzio in chiesa e infine l’autofunebre che porta via il defunto prima della sepoltura.
Si sa dire addio ad una persona (a maggior ragione cara) è molto più facile a dirsi che a farsi ipso facto uscire indenni da situazioni del genere è tutt’altro che semplice.
Potrà sembrare paradossale ma questo è tipico delle culture occidentali o comunque ‘evolute’ poiché in altre parti del mondo i riti funebri sono molto diversi. A volte son colorati, a volte esagerati ma quello che è bello del mondo è che è vario. Prima di dare spazio alla curiosità se siete alla ricerca di Onoranze funebri a Roma vi rimandiamo alle attenzioni di Cattolica San Lorenzo che ormai da tantissimo tempo opera sul territorio capitolino e non solo con grandi ‘risultati’.
Riti dal resto del mondo
Il primo caso di rito funebre particolare che vogliamo citarvi è quello che riguarda la civiltà dell’antica Mongolia che anziché custodire con cura il corpo del defunto tende a distruggerlo. Il corpo, in quanto tale, infatti viene definito come un semplice involucro e per favorire la trasmigrazione dell’anima presso un altro corpo si tende a darlo in balia degli avvoltoi affinchè possano cibarsene. Il perché? Questo insano gesto, infatti, viene ritenuto come un gesto caritatevole effettuato nei confronti della natura che tanto concede all’uomo che a sua volta poco sa restituire.
Altro rito curioso è quello che riguarda l’isola indonesiana di Bali dove il defunto viene alloggiato all’interno di una salma denominata lembu che ha le chiare somiglianze di un bue. Dopo la classica processione il corpo viene cremato è inserito all’interno di un cocco prima di essere disperso in mare. Qui la spiegazione è più difficile da trovare ma si pensa che tutto ciò vien fatto per favore la purificazione dell’anima e la trasmigrazione della stessa.
La pazzia africana del Madagascar
Quando si parla di ‘famadihana’ non ci riferisce a nulla di bello e affascinante anche se il nome potrebbe incuriosire e non poco. Infatti tale termine reincarna il rito funebre tipico del Madagascar dove nel periodo che oscilla da giugno a settembre tutte le salme dei defunti vengono riesumate dai parenti affinchè possano ballare con i discepoli. Questi balli possono durare anche ore e prima di esser riposte all’interno ‘ascoltano’ i problemi dei vivi con la speranza che tornati nell’aldilà possano esaudire tutto ciò che gli è stato richiesto. Particolare e strano anche se tutto ciò si ripete con cadenza annuale…